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Atleti palestinesi alle Olimpiadi di Parigi 2024 anche senza qualificazione ottenuta sul campo. Questa la proposta appena divulgata da Thomas Bach. Il presidente del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) durante un’intervista ufficiale in quel di Losanna ha dichiarato che a pochi mesi dall’apertura dei Giochi, almeno 6 atleti palestinesi rappresenteranno il loro paese al di là di quello che sarà il verdetto sul campo.
Atleti palestinesi a Parigi, un bel messaggio o ipocrisia?
La dichiarazione di Bach ha subito diviso i pensieri di tanti. Semplice modo per “lavarsi le coscienze” o un segnale forte e deciso come spesso lo sport – e le olimpiadi nello specifico- sono riuscite a dare?
In principio la tregua olimpica era un segnale forte, un valore rispettato anche dai tiranni più sanguinosi della storia. La possibilità di far arrivare negli stadi anche acerrimi nemici nella totale sicurezza.
Macron invoca la tregua olimpica – ma poco tempo fa ha dichiarato di voler inviare truppe a lottare in Ucraina- spaventato da quello che potrebbe accadere durante la cerimonia d’apertura dei Giochi di Parigi.
Ricordiamoci che il 6 settembre del 2000, in una due giorni a New York, andò in scena il “Summit del Millennio” dove 150 capi di Stato (Putin compreso) decidono di firmare e sottoscrivere “la dichiarazione del millennio” dove all’interno figura un paragrafo inerente alla tregua olimpica.
Patti firmati, mani strette che per i potenti del mondo non significano nulla. Perché puoi anche essere potente, ma non essere un grande uomo. Perché i grandi uomini, mantengono sempre le promesse.