Argentina 1978 – Mondiali: Le misteriose fasce nere alla base dei pali

credit immagine: Enzo.dl19 – Own work.

Storie Mondiali – Argentina 1978 tra campo e dittatura

Argentina 1978. Si disputano i Mondiali di calcio nel Paese sudamericano allora sotto la dittatura sanguinaria di Jorge Videla con i suoi “voli della morte” e gli oltre 30 mila “desaparecidos”.
Per molti saranno i Mondiali della vergogna. Mai come allora lo sport più popolare al mondo venne usato come strumento politico. La storia di oggi racconta la vicenda delle insolite fasce nere poste alla base dei pali durante le partite disputate al “Monumental”. In pochi ci avevano fatto caso, e nessuno finora era riuscito a capirne il motivo. Proprio in quel Mondiale, il giornalista Gianni Minà, inviato per la RAI, venne prima redarguito per aver chiesto durante una conferenza stampa dei desaparecidos e successivamente espulso dal paese per aver condotto delle indagini in merito.

Quelle fasce nere intorno ai pali

Almeno fino a David Forrest (Università di Sheffield), che si è imbattuto in un misterioso cameriere presso il “Don Julio”, ristorante nel centro di Buenos Aires. Vedendolo sfogliare un libro con le immagini di quel Mondiale, in cerca d’indizi che potessero spiegare la ragione di quelle fasce, il cameriere in questione consigliò a Forrest di visitare il museo del “Monumental”. Lì s’imbatté in una vecchia foto in bianco e nero che ritraeva lo staff degli addetti al campo dell’epoca, tra cui riconobbe proprio il volto del cameriere del “Don Julio”.
Tornato al ristorante, Ezequel Valentini (questo il nome del misterioso cameriere) raccontò a Forrest che si trattò di un gesto di protesta contro il regime militare del tempo. “Sapevamo che nessun giocatore avrebbe indossato la fascia nera per ricordare i morti e i desaparecidos causati dalla dittatura, ecco perché pensammo a un gesto simbolico che potesse passare apparentemente inavvertito”, spiegò. “Non avremmo potuto mettere striscioni o cose del genere, ma doveva essere qualcosa comunque ben visibile alle telecamere e c’inventammo le fasce nere alla base dei pali in segno di lutto. Ai militari che ci chiesero il perché spiegammo che era semplicemente un gesto scaramantico e non fecero una piega”.

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