credit immagine: Flash Alexander.
Correre significa libertà, voglia di vivere. Uno stile di vita che per Samia significava tanto, tutto. Sentire il vento sul volto e il battito del cuore muoversi al ritmo cadenzato dei propri passi. Una passione talmente forte da arrivare al sogno di ogni corridore: le Olimpiadi.
Pechino 2008
Olimpiadi 2008. Samia si ritrova in batteria per le eliminatorie dei 200 metri femminili, accanto ad atlete del calibro di Veronica Campbell Brown (che vincerà in modo sciolto la batteria) e Kadiatou Kamara. Parte la gara, le altre corrono via come razzi. La giamaicana controlla e vince la batteria agevolmente. Samia è ancora ai 100 metri. Ma non molla. Saranno quasi 10 i secondi di ritardo. 10 secondi di applausi di un pubblico conquistato dalla tenacia e dalla fierezza di quella ragazzina, orgogliosa di rappresentare il proprio paese.
Le telecamere e le interviste del post gara saranno tutte per lei. “Avrei preferito essere intervistata per essere arrivata prima, invece che venire intervistata per essere arrivata ultima.” Dichiarerà con orgoglio Samia, quasi a voler far capire di non voler diventare la macchietta di giornata.
Un sogno spezzato
La voglia di migliorare, di dimostrare di poter fare ancora meglio, la spingeranno oltre i confini della sua amata Somalia. Le Olimpiadi di Londra nel mirino, con l’obiettivo di superare le eliminatorie. Ma Samia non ci sarà.
Morirà in un incidente al largo di Lampedusa, insieme ad altre sei persone, in una piccola barca che affonderà. Il sogno di sbarcare in Italia, trovare un allenatore che potesse aiutarla nel realizzare il suo sogno, si infrangerà tragicamente e nel peggiore dei modi. Un finale straziante, una giovane vita spezzata da un destino più che crudele. Una ragazza con un sogno nel cassetto che resterà tale. Una vita stroncata in un modo che ormai non fa più notizia. Perchè troppe Samia hanno visto i propri sogni annegare in modo tragico, perchè nessuno dovrebbe più morire in un modo tanto brutale, quanto ingiusto.
Corri come il vento Samia. Ovunque tu sia, ti vogliamo bene.