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Fiorentina-Juve. 7 Aprile 1991. Va in scena una delle partite più significative degli anni 90. Roberto Baggio ha appena salutato la Fiorentina per approdare alla Juventus. I tifosi infuriati attendono il divin codino, il traditore al varco. Ma c’è di più.
Noi vogliamo ricordarvi quel MOMENTO di storia del nostro calcio, raccontandovelo con le parole di uno dei protagonisti (e che protagonista) di quella gara, il grande Stefano Borgonovo che, raccontò come QUELLA GARA venne vissuta dal popolo viola in modo tutt’altro che normale.
Baggio, Dunga, Stefano e…
“Stagione….boh, non ricordo più, sicuramente nel millennio scorso. Io e Dunga eravamo orfani di Roby Baggio e lo stavamo aspettando nel suo primo ritorno al Franchi con la maglia della Juventus. Beh, potete immaginare la città di Firenze, la Fiesole, con quale trepidazione e ansia si preparavano a questa partita ma soprattutto a ricevere, come avversario, uno dei più forti calciatori del calcio italiano e non solo. Noi calciatori della Fiorentina preparavamo la gara dell’anno, come al solito, accumulando tutta la tensione che i tifosi e la città ci trasmettevano. Ricordo due episodi prima di giocare quella partita: il primo fu, che due miei compagni se le diedero di santa ragione! Finito l’allenamento del venerdì, nel corridoio del Franchi, che portava agli spogliatoi, uno aspettava l’altro…e si menarono. Furono subito divisi, ma non troppo velocemente, una volta divisi e fatto e detto quello che di solito si fa in quei casi, per ultimo ci si disse che nessuno doveva portare fuori dallo spogliatoio quello che era accaduto.”
Il segreto di pulcinella
“Eccome no! Certo che si! Tutte cazzate! Dopo dieci secondi tutta Firenze sapeva che due calciatori si erano tirati delle bombe carta e che altri due erano stati portati via dagli alieni perchè tifosi juventini. Da che mondo e mondo un tamponamento diventa un incidente mortale! Detto questo, il nostro segreto di Pulcinella cadde addosso ai due calciatori più rappresentativi della fiorentina di quel periodo, cioè: io e Dunga. Tempo di tornare a casa da Chantal, Andrea e Alessandra, cenare e giocare con i miei due bimbi che squilla il telefono….pronto ? Stefano, si, chi parla? Siamo tifosi della Viola, della curva, stiamo per venirti a prendere fatti trovare sotto casa, in macchina con noi c’è Carlos. Capii che si riferivano a Dunga, io scherzando dissi: Carlos chi?! Il narcotrafficante del brasile?! Quando mai feci quella battuta ,mi zittirono in malo modo e mi dissero di farmi trovare sotto casa prima di subito.”
Uno spiacevole confronto
“Erano le 21 e 30 del venerdì prima di una partita importante. Scesi, aspettai 5 minuti, vidi arrivare una macchina blu scuro con due persone davanti e Carletto Dunga dietro con l’espressione, la solita sua di quando in campo voleva fare male a qualcuno. Salii in macchina, io e Carlos ci salutammo senza avere risposta dalle due persone che tiravano i fili. Dopo una ventina di minuti arrivammo ad una casa del popolo, dove presumo fosse il quartier generale di una parte dei tifosi della Fiesole. Ci fecero scendere dalla macchina e ci portarono sotto alla casa, dove c’era un deposito di cose vecchie circondato da galline: vidi due sedie, erano li, tristi anche loro! Tutto quella sera era triste. Ci sedemmo, una volta comodi vidi spuntare da dietro i piloni di cemento una quindicina di tifosi viola, si avvicinarono e subito la prima domanda fu: è vero che questi due calciatori si sono menati? Oh, sapevano tutto per filo e per segno. Noi ovviamente negammo più di una volta, alla fine si convinsero anche i tifosi, non so se per sfinimento o per arrivare al punto decisivo di quella serata decisamente fuori dagli schemi. I punti erano due, la Juve e Baggio, Baggio e la juve! Non dovevamo perdere assolutamente quella partita,meglio in B che perdere contro Baggio e la Juve. Finita la messa, arrivammo sotto casa mia che erano le 11 e 30 passate, chiesi a Carlos di scendere con me,dovevamo parlare del fatto di riportare quel messaggio dei tifosi. Infatti, prima di darci il rompete le righe, ci dissero che il messaggio dovevamo trasmetterlo a tutta la rosa.”
Quel segreto tra noi
“Decidemmo Io e Carlos di tenere la cosa solo per noi! Vedete cari tifosi, in una rosa di 20 persone ci sono venti caratteri diversi, alcuni reagiscono con determinazione a certe situazioni, altri non sono tranquilli, etc etc etc. Così prendemmo la decisione più giusta, da calciatori più rappresentativi salvaguardammo la squadra tenendo tutto quello che era successo per noi. Io e Dunga non possiamo sapere come sarebbe finita se avessimo raccontato la nostra avventura con i tifosi ai nostri compagni: di una cosa sono sicuro, alcuni dei nostri, conoscendo il loro carattere, non sarebbero scesi in campo sereni e probabilmente la Fiorentina non avrebbe vinto quell’importante partita.”
Il cuore di Stefano
“Vedete cari lettori, pensando in modo positivo, le situazioni che trovi durante una partita le fai tue! E allora vedrai la tua squadra battere la Juve 1 a 0! Vedrai fischiare un rigore alla Juve, e fino a qui tutto normale, ma quando vedi che il calciatore principe e soprattutto il rigorista più bravo decide di non calciare il rigore, gesto di tutto rispetto per ringraziare la Fiorentina e i suoi tifosi. Così, dal dischetto si presentò Gigi De Agostini, che fece di tutto per mirare i guantoni fosforescenti del nostro portiere Mareggini. Baggio fu sostituito, i tifosi viola gli lanciarono una sciarpa, gli cadde davanti ai piedi, lui si fermò, la raccolse e se la mise al collo! Fu l’ultimo atto d’amore verso l’ambiente viola e lo fece con la sua solita discrezione, riservatezza fregandosi di tutto e di tutti. Ecco qui, questa è la storia di quel Fiorentina-Juve! Tanti ingredienti per fare di una partita di calcio, un evento. Ma credo fortemente che quelle due fave lesse sedute su due sedie sotto ad una casa del popolo davanti a dei tifosi incazzati…siano i veri vincitori di quella partita!!! Per la lealtà e il rispetto che abbiamo dimostrato verso i nostri compagni. Un abbraccio a tutti!”
Ci manchi Stefano. Non ti dimenticheremo mai.