Abebe Bikila – Roma 1960: Il maratoneta scalzo ma con le ali ai piedi

credit immagine: https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:Abebe_Bikila_maratona_olimpica_Roma_1960.jpg.

Abebe Bikila – La maratona a piedi nudi

La storia di Abebe è una storia di sport, emozioni, di vita. Una storia da brividi che resterà per sempre nel cuore di chi ama lo sport.

Nasce in Etiopia, ai tempi colonia Italiana, il 7 Agosto del 1932 da una famiglia povera. A soli 17 anni decide di arruolarsi nella guardia imperiale per servire il suo paese. Il Governo di quel tempo pretendeva test fisici ed una preparazione al limite dell’impossibile per far parte del corpo armato. Fondamentale in caso di guerra che ogni militare fosse in gran forma. Inoltre, in vista dei giochi Olimpici di Roma, crearono delle competizioni nazionali tra le guardie del paese.

2 ore, 39 minuti e 50 secondi. Fu questo il tempo che gli permise di vincere la maratona delle forze armate del paese, fu questa la maratona che cambierà per sempre la sua e la nostra storia. Già, perchè a guardare Abebe sfrecciare davanti a tutti quel giorno, vi era Onni Niskanen che da quel momento divenne il suo allenatore. Cominciò così la preparazione per le qualificazioni alle Olimpiadi di Roma 1960. Qualificazione che arrivò solo grazie all’infortunio di Abebe Wakijera. L’atleta etiope si infortunò a pochi giorni dalla partenza per l’Italia, lasciando spazio proprio a Bikila. Un caso, un momento e la storia come nei migliori sliding doors cambiò. 2h 15m e 16s. Questo il tempo che Abebe Bikila impiegò per concludere la sua maratona. Record Mondiale sulla distanza ed un modo tutto suo di correre che lo farà entrare di diritto nella storia dello sport, oltre che nei cuori degli sportivi. Primo atleta africano nero a vincere una medaglia d’oro ai giochi Olimpici, come? A piedi nudi!

Tornò in patria, accolto da eroe. La sua Etiopia -anche e soprattutto al peso della sua vittoria- diventò uno stato sovrano, dopo esser stato per oltre un decennio colonia italiana. Alle successive Olimpiadi di Tokyo del 1964 Bikila ritoccò il suo record mondiale: 2h 12m e 11s. Seconda medaglia d’oro, il primo atleta a vincere per due volte consecutivamente la maratona olimpica e tanti saluti a quella appendicite che lo costrinse all’operazione solamente 36 giorni prima della gara.

La tragedia

A volte il destino però, torna a chiederti il conto, quasi geloso per aver assistito a qualcosa di eccezionale e senza esserne il principale artefice. Le Olimpiadi di Città del Messico del 1968 non andarono bene e fu costretto al ritiro per un problema fisico. Tornato in Etiopia, Abebe Bikila ebbe un gravissimo incidente a bordo della sua auto che lo rese tetraplegico. Trasferito in Europa -pare che l’imperatore etiope pagò personalmente le cure del maratoneta- Abebe rimase paraplegico. Troppo gravi i danni riportati. La voglia di sport rimase comunque viva dentro di se, tanto da partecipare a gare in slitta o di tiro con l’arco.

Morirà a soli 41 anni, per complicazioni dovute a quel dannato incidente. Un ragazzo umile, con il fuoco vivo addosso e la voglia di dimostrare al mondo che nulla è impossibile. Basta crederci. E poco importa se si corre a piedi nudi; l’importante ai piedi, è avere le ali.

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